La disabilità nel cane: un problema o una straordinaria opportunità?

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Di fronte a un cane con una disabilità, la reazione più comune è un moto di tenerezza e dispiacere. Spesso la prima reazione è: “Oh poverino, che peccato!”
Ma è davvero così? Siamo sicuri che questa sia la prospettiva giusta?
Quando pensiamo a un “cane disabile”, l’immagine più comune che crea la nostra mente è quella di un cane su un carrellino o con un arto mancante. Sebbene queste siano forme di disabilità evidenti, la realtà è che la disabilità nel cane può assumere molte forme: un cane può essere considerato disabile anche quando ha dei deficit visivi, uditivi, cognitivi o è affetto da patologie che limitano la sua capacità di muoversi e comportarsi come i suoi simili.
Cosa significa “Cane Disabile”?
Un cane disabile è un individuo che presenta una condizione di disabilità che può essere:
- Congenita, ovvero presente fin dalla nascita.
- Acquisita, cioè manifestatasi nel corso della vita.
Le cause possono essere genetiche (le più frequenti), traumatiche (per esempio un incidente) o legate a malattie. Queste cause possono portare un cane ad avere difficoltà nella deambulazione, essere cieco o sordo, avere danni neurologici o motori.
Anche i nostri amati cani anziani, con il passare degli anni, affrontano una forma di disabilità. Vanno incontro a un progressivo deterioramento di sensi (vista e udito) e manifestano problematiche cognitive e motorie. Questo genere di disabilità è acquisita gradualmente e, a differenza di un trauma improvviso, permette loro un adattamento progressivo e spesso sereno alla nuova condizione.
Adattamento: la Vera Forza del Cane
I cani sanno adattarsi alla disabilità in modi che noi umani fatichiamo spesso a comprendere, infatti possiedono una straordinaria capacità di vivere nel presente e di riorganizzare la propria vita in base alle abilità che possiedono.
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Cani con disabilità congenite (nascono disabili) non hanno mai conosciuto una realtà come quella dei normodotati e vivono pienamente con ciò che hanno. Per loro, non c’è nulla di strano nel vivere senza vista, udito o con un arto in meno, perché per loro il mondo è fatto in quel modo.
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Cani con disabilità acquisita (diventano disabili nel corso della vita) vivono la condizione in modo diverso. Se la disabilità si sviluppa gradualmente, come per esempio nel caso dell’invecchiamento o della PRA, l’adattamento è un processo naturale. Se invece la disabilità è improvvisa (per esempio a seguito di SARD o un incidente), affrontano un periodo di transizione e di assestamento: se ben seguiti, riescono a costruirsi una nuova quotidianità serena e soddisfacente. L’adattamento può richiedere tempo, ma è sempre possibile.
La Disabilità non è una Disgrazia
I cani vivono il presente e cercano il modo di far funzionare la loro vita con gli strumenti che hanno a disposizione. A differenza di noi umani, che spesso rimaniamo ancorati a ciò che abbiamo perso, i cani non si piangono addosso. La loro filosofia è pragmatica: analizzano la situazione e si chiedono “Cosa posso fare con quello che ho per continuare a vivere una vita felice?”.
Quanti di noi, dopo un infortunio, non si sono sentiti frustrati per non poter più guidare, fare sport o essere autonomi? Il cane, in questo, ci offre una lezione potentissima: accetta la sua condizione e si concentra sul presente, vivendo con la consapevolezza di potersi sempre adattare, l’importante è volerlo!
Il Ruolo del Proprietario: Un Percorso di Consapevolezza
L’esperienza di vivere con un cane disabile porta a profondi cambiamenti anche nelle persone. Possiamo identificare tre principali tipi di proprietari:
- Chi adotta un cane già disabile (adozione consapevole): Sono persone che scelgono di accogliere un cane affetto da disabilità nella propria famiglia. Sono pronte a garantire una vita piena e felice, anche chiedendo il supporto di educatori specializzati se necessario, perché hanno come obiettivo il garantire al cane il benessere psicofisico.
- Chi scopre la disabilità del proprio cane un tempo normodotato: Qui troviamo proprietari il cui cane diventa disabile. È un momento emotivamente molto pesante, carico di paure e incertezze. I proprietari attraversano momenti difficili, temendo di “perdere” il loro amico. Alcuni si scoraggiano, altri cercano aiuto e scoprono che esistono figure professionali in grado di aiutarli e che possono segnare una svolta, trasformando quella che sembrava una disgrazia in un’opportunità per costruire un legame ancora più profondo e autentico.
- Chi non sa di avere un cane disabile: È il caso più delicato. Riguarda proprietari che etichettano il proprio cane come “indisciplinato”, “iperattivo” o “ingestibile” perché sono comportamenti che possono nascondere segnali di disagio causato dalla disabilità e non sempre sono classici problemi comportamentali. Un cane che non risponde potrebbe essere sordo; uno che si spaventa al tocco potrebbe essere cieco. Riconoscere la disabilità è il primo, fondamentale passo per aiutarlo davvero.
Quando si supera la fase del rifiuto e si abbraccia la realtà della disabilità, molti proprietari scoprono una forza inaspettata e trovano nuovi modi di vivere la relazione con il proprio cane. Si confrontano con altre persone, leggono, si informano e diventano incredibilmente fieri dei progressi ottenuti. Scoprono un livello di comunicazione e un’intesa che non credevano possibili. La vita insieme, seppur diversa, diventa unica, speciale e incredibilmente ricca.
Perché Affidarsi a un Educatore Cinofilo Specializzato?
Un cane con disabilità può sviluppare comportamenti problematici o stereotipie come valvola di sfogo per la difficoltà a gestire gli stimoli del mondo. Per quanto la sua capacità di adattamento sia enorme, ha bisogno di una guida sicura, soprattutto nelle fasi iniziali.
Un Educatore Cinofilo specializzato in cani affetti da disabilità è una figura professionale che sa:
- Riconoscere le necessità specifiche del cane.
- Adattare la routine quotidiana alle capacità del cane.
- Insegnare al proprietario come costruire un rapporto stabile e sicuro diventando un punto di riferimento fondamentale per il cane.
- Aiutare il cane a scoprire e valorizzare i suoi talenti, potenziando i sensi e le abilità residue.
Il percorso che un educatore specializzato crea per i cani affetti da disabilità mira ad aumentare l’autostima e la sicurezza del cane, appagando sia lui che il proprietario. Ne è un esempio straordinario la storia di Bio, uno Springer Spaniel cieco dalla nascita che, grazie all’aiuto del suo compagno umano Giuseppe, ha scoperto la sua straordinaria capacità nella ricerca del tartufo. A un anno e mezzo è diventato campione di truffle detection, con una vittoria schiacciante nonostante gli altri partecipanti fossero tutti Lagotti Romagnoli normodotati e pluripremiati. La sua storia dimostra che la cecità, può nascondere un talento eccezionale nonostante la disabilità.

Bio: cieco, campione ricerca tartufi
Supereroi a Quattro Zampe
I cani disabili richiedono tempo, pazienza e consapevolezza, soprattutto nelle fasi iniziali. Ma sono cani che non hanno nulla da invidiare a quelli normodotati.
Spesso sono definiti dai loro compagni umani come “supercani” o “supereroi” perché insegnano ogni giorno il valore dell’adattamento, della resilienza, della vita vissuta pienamente, anche quando cambia, senza mai dimenticare la gioia di vivere.
Come diceva Jim Abbott:
“Non è la disabilità che ti definisce, ma il modo in cui affronti le sfide che la disabilità ti presenta.”
E i cani disabili questo lo sanno bene. Sanno perfettamente chi sono. Sta a noi imparare a guardarli davvero, andando oltre ciò che manca, per riconoscere la loro straordinaria unicità.
Togliamoci quel velo dagli occhi — quello che ci fa vedere solo la mancanza, e non la forza e la bellezza che questi cani portano con sé.
Come ricorda Bebe Vio:
“È bello poter far vedere il futuro agli altri in momenti in cui a loro sembra che il futuro non ci sia più.”
I cani disabili fanno esattamente questo. Ci insegnano che la felicità è ancora possibile.
Che la vita può essere bella, anche in modi nuovi. E soprattutto, che un futuro c’è — sempre — a prescindere da quello che accade.
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