Episodio 9: Il Clicker Training: Cos’è e come si usa

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Trascrizione

In questo episodio parliamo di uno strumento che forse avrete visto in giro, magari nei negozi di animali oppure usato da qualche addestratore. Uno strumento piccolo ma potentissimo: il clicker.

Sentito? Questo suono così particolare è il cuore del clicker training.

Ma cos’è esattamente? E perché dovremmo usarlo con il nostro cane? Mettetevi comodi, magari con il vostro cane vicino, perché vi parlo di questa tecnica affascinante. Partiamo dalle basi.

Il clicker, come avrete intuito dal suono, è fondamentalmente una scatoletta di plastica, spesso colorata, con dentro una linguetta di metallo. Quando la premi fa questo suono: un suono secco e preciso. Più facile vederlo che spiegarlo, lo so.

Se volete, lo potete cercare online: scrivete “clicker per cani” e vi usciranno mille immagini. Ne esistono infatti di tantissimi tipi, forme diverse, colori sgargianti; alcuni hanno un suono più forte, altri più delicato, e vedremo che questo è importante. Ci sono persino modelli un po’ più accessoriati, tipo quelli integrati in un bastoncino telescopico: in questo caso si chiama target stick. O addirittura ci sono quelli fatti ad anello da infilare al dito. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta. Ma la funzione base è sempre quella: fare click. Generalmente costano poco e si trovano ovunque, dai negozi specializzati ai grandi store online.

Ma da dove salta fuori questa idea del clicker? Pensate un po’, non nasce con i cani. La sua storia è legata all’addestramento di animali incredibilmente intelligenti e acquatici: i delfini. Negli acquari e nei parchi marini gli addestratori avevano bisogno di un modo per comunicare al delfino, magari anche a distanza, l’esatto istante in cui doveva fare la cosa giusta, tipo un salto spettacolare o un esercizio complesso. Così si pensò a un suono nuovo, breve e distintivo: questo. Il delfino sentiva il suono nel preciso momento dell’azione corretta e sapeva che subito dopo sarebbe arrivato il premio, di solito un bel pesce.

Com’è arrivato ai nostri amici cani? Beh, il merito in Italia va tantissimo ad Alexa Capra, una figura importantissima nella cinofilia moderna. Lei ha studiato a fondo questa tecnica, importandola e adattandola ai cani. Ha capito che il clicker non era solo un modo fantastico per insegnare nuovi comandi o tricks, ma poteva essere prezioso anche nella riabilitazione comportamentale per aiutare cani con problemi o paure.

Pensate che nel 2000 è stata la prima italiana a ottenere una certificazione specifica per l’uso eccellente del clicker. Grazie a lei e ad altri pionieri, oggi il clicker è uno strumento diffuso e apprezzato. E la cosa bella è che non funziona solo con delfini e cani: viene usato con successo con i cavalli, con i pappagalli che imparano cose incredibili, persino con i gatti. Sì, avete capito bene: anche i nostri felini indipendenti possono essere addestrati col clicker. E ci sono studi ed esperienze persino con galline e piccioni. Questo ci fa capire quanto sia versatile e basato su principi di apprendimento universali.

Tutto bello, ma perché usarlo? Non basta dire “bravo” al cane?

Ebbene, immaginate questa scena: state insegnando al vostro cane a dare la zampa. Lui è lì che vi guarda un po’ incerto. Magari alza la zampa di un millimetro, poi la riabbassa, la muove di lato e finalmente ve l’appoggia sulla mano. Voi felicissimi esclamate “bravo!”. Perfetto, no? Ni. Il problema è che i cani sono velocissimi.

Nel tempo che voi impiegate a dire “bravo”, magari lui ha già ritirato la zampa, si è leccato il naso e ha scodinzolato tre volte. E il cervello del cane, che collega azione e conseguenza in tempi rapidissimi, cosa associa al vostro “bravo”? L’ultima cosa che ha fatto o una delle cose in mezzo?

C’è il rischio quindi di premiare involontariamente un comportamento diverso da quello che volevamo, o comunque di non essere abbastanza chiari. È qui che entra in gioco il clicker. Quello è istantaneo, preciso e costante. È istantaneo perché dura una frazione di secondo: potete cliccare esattamente nel momento in cui la zampa tocca la vostra mano, non un attimo dopo. È preciso perché non c’è ambiguità: il click segnala quel preciso istante, quel preciso momento.

Pensate a cose ancora più sottili: magari volete insegnare al cane a spostare leggermente il peso da una zampa all’altra per un esercizio di propriocezione. Come fate a dirglielo a parole? Con il clicker. Potete marcare quel micro-movimento.

Il click è anche costante perché il suono del clicker è sempre uguale. Non dipende dal vostro tono di voce, che può cambiare se siete stanchi, felici, spazientiti. Il click è un segnale neutro, sempre identico, che il cane impara a riconoscere senza fraintendimenti. Quindi il clicker risolve il problema della tempistica perfetta nel comunicare al cane ciò che vogliamo.

E c’è anche un altro aspetto fondamentale del clicker: rende l’apprendimento un gioco divertente e coinvolgente. Il cane diventa più attivo mentalmente. Inizia a offrire comportamenti per cercare di capire cosa fa scattare quel magico click che porta al premio. E anche per noi proprietari diventa più stimolante, quasi una sfida di precisione e osservazione.

Contribuisce quindi a creare una bella sintonia. Ora che abbiamo capito perché è utile, vediamo come si usa in pratica. Il principio di base è semplicissimo: click nel momento esatto del comportamento desiderato e subito dopo arriva il premio. Il click marca il comportamento, il premio lo rinforza.

Prendiamo l’esempio del “seduto”. Magari il vostro cane sa già sedersi a comando, ma forse l’associazione non è ancora solidissima o volete renderla più precisa. Oppure è un cucciolo che sta imparando. Cosa fate? Vi mettete di fronte al cane, clicker in una mano e, in una tasca o in una sacchetta portapremi, avete dei bocconcini saporiti oppure il suo gioco preferito. Dite “seduto” con voce chiara e gentile e poi, appena appoggia il sederino a terra, cliccate. Immediatamente dopo gli date il premio: il bocconcino oppure lanciate il gioco.

Ripetete questo schema più volte in sessioni brevi e divertenti. Vedrete che il cane inizierà a fare 2 più 2 molto velocemente. Capirà che l’azione di sedersi, collegata alla parola “seduto”, provoca quel suono, quel click, che a sua volta fa arrivare la pappa buona. L’associazione tra comando verbale, azione fisica e rinforzo diventa super chiara e forte. Questo rende l’apprendimento più rapido, meno frustrante sia per il cane che per voi, decisamente più efficace.

Ora, una domanda sorge spontanea: ma il cane, la prima volta che sente quel click, come fa a sapere che è una cosa bella? Qui entriamo nel campo di come introdurre il clicker. Ci sono principalmente due scuole di pensiero, due approcci.

La prima scuola di pensiero dice di “caricare” il clicker prima dell’uso. Caricare significa creare un’associazione positiva tra il suono del clicker e l’arrivo di qualcosa di bello, come il premio, prima ancora di iniziare a usarlo per insegnare un comportamento specifico. È come dire al cane che ogni volta che sente quel suono si deve preparare perché arriva una cosa buona.

Come si fa? Ci sono due modi principali. Il primo modo è quello di cliccare e dare subito un bocconcino, a prescindere da quello che sta facendo il cane. Ripetete questi passaggi un po’ di volte perché l’obiettivo è solo fargli associare il click al premio. Il secondo modo è quello di cliccare e premiare comportamenti spontanei che il cane fa. Per esempio: vi guarda? Click e premio. Si siede da solo? Click e premio. Alza una zampa? Click e premio.

In questo modo inizia già a intuire che il click è legato a un qualcosa che lui fa.

La seconda scuola di pensiero dice di utilizzare il clicker direttamente sul comportamento desiderato. Questo approccio salta la fase di caricamento preliminare. Si inizia quindi subito a usare il clicker come abbiamo visto nell’esempio del “seduto”. Aspetto che il cane faccia spontaneamente il comportamento che mi interessa, clicco nel momento esatto in cui lo fa e lo premio.

Quale metodo scegliere? Dipende molto dal cane che avete di fronte. Se avete un cane brillante, motivato, intraprendente, che prova tante cose, che è curioso e non si spaventa facilmente, potete probabilmente partire subito con il metodo più diretto, cliccando solo il comportamento desiderato. Capirà al volo il meccanismo azione-click-premio.

Se invece avete un cane un po’ più timoroso, insicuro, magari che si spaventa per i rumori improvvisi o che è poco abituato a interagire e a proporsi, allora potrebbe essere meglio iniziare con la fase di caricamento, cioè il primo metodo. Questo lo aiuta a capire che quel suono non è una minaccia, ma anzi preannuncia cose belle.

A questo proposito vi voglio dare un consiglio extra per i cani timidi: usate all’inizio un soft clicker, quelli che fanno un click più ovattato, meno metallico.

E magari le primissime volte tenete il clicker dietro la schiena o in tasca per attutire ulteriormente il suono. Poi, man mano che il cane si abitua e si tranquillizza, potete passare a un clicker normale e poi eventualmente all’approccio diretto. Entrambi i metodi funzionano. L’importante è osservare il proprio cane e scegliere la strada che lo mette più a suo agio e lo aiuta ad imparare serenamente.

Vi racconto la mia esperienza con Lily. Quando ho iniziato a usare il clicker con lei, seguendo le indicazioni che mi erano state date, ho provato a partire con la fase di caricamento. Peccato che Lily avesse una paura tremenda di qualsiasi rumore metallico improvviso.

Al primo click si è irrigidita e ha cercato di scappare. Era in pieno panico. Ho dovuto quindi fare un passo indietro: ho comprato un soft clicker, quello col suono più delicato, e ho iniziato tenendolo dietro la schiena. Con tanta pazienza e sessioni quotidiane brevissime e ripetute, sono riuscita ad aiutarla a superare questa paura.

Dopo qualche settimana di lavoro non tenevo più il clicker dietro la schiena e, continuando a lavorare, sono anche passata ad utilizzare un clicker classico. Lily è super motivata dal cibo e questo mi ha aiutato tantissimo. La voglia del premio era più forte della paura del suono. Oggi? Oggi non ho più bisogno di caricare il clicker.

Anche se non lo usiamo per mesi, posso tirarlo fuori e usarlo direttamente per insegnarle qualcosa di nuovo. Lei sa perfettamente cosa significa quel suono. E la cosa più bella è vederla ancora oggi, dopo diverso tempo, mettersi lì tutta concentrata per lavorare. Si diverte un mondo.

E per me questa è una enorme soddisfazione, soprattutto sapendo da dove siamo partite. Ok, abbiamo capito come iniziare, ma c’è un “ma”. Cliccare esattamente nel momento giusto sembra facile a dirsi, vero?

Ma, come dicevo prima, i cani sono fulminei. A volte l’azione dura un istante. Riuscire a coordinare l’occhio che deve vedere l’azione, il cervello che decide “sì, è questo” e il dito che preme il clicker richiede allenamento. Ebbene sì, anche noi umani dobbiamo allenarci. Per fortuna ci sono degli esercizi simpatici per migliorare la nostra precisione e i nostri riflessi con il clicker.

Ne vediamo alcuni, ma poi potete sbizzarrirvi e inventarne altri. L’importante è diventare dei cecchini del click.

Il primo esercizio è il rimbalzo al muro. Prendete il clicker in una mano e una pallina da tennis o simile nell’altra. Lanciate la palla contro un muro e cercate di riprenderla al volo con la stessa mano che l’ha lanciata. E già questo non è banale, ammettiamolo. Il vostro obiettivo è cliccare esattamente nel momento in cui la pallina tocca il muro e poi quando tocca la vostra mano, quando la riprendete. Il suono del rimbalzo e il suono del clicker devono essere quasi simultanei. Provate e riprovate, poi cambiate mano e fate lo stesso. All’inizio vi sentirete un po’ imbranati, ma è normale, poi diventa più facile.

Il secondo esercizio è il doppio rimbalzo. Variante un po’ più complessa. Sempre clicker in una mano e palla nell’altra. Questa volta fate rimbalzare la palla prima a terra, poi contro il muro e infine la riprendete. Ora dovete cliccare esattamente in tre momenti chiave:

Anche qui allenate entrambe le mani.

Il terzo esercizio è la passerella. Nome buffo, lo so, ma è un esercizio super utile che potete fare ovunque, anche mentre camminate per strada, magari senza dare troppo nell’occhio, se non vi prendono per matti. Tenete il clicker in mano e semplicemente camminate. Concentratevi e cliccate esattamente nel momento in cui il vostro tallone tocca terra ad ogni passo. Una volta che vi sentite sicuri, provate a cambiare: cliccate ora nel momento in cui la punta del vostro piede si stacca da terra per fare il passo successivo. Poi, ancora più difficile, provate a cliccare ogni volta che piegate il ginocchio per avanzare.

Questi esercizi vi aiuteranno tantissimo a sviluppare quella prontezza di riflessi necessaria per usare il clicker in modo efficace con il vostro cane. Lui vi ringrazierà con un apprendimento più rapido e chiaro, e voi vi divertirete!

Come tutte le cose, anche il clicker training ha i suoi pro e i suoi contro. Vediamoli velocemente.

I vantaggi del clicker training sono:

E una volta che ha capito il gioco, il premio può anche arrivare con un piccolissimo ritardo, tipo il tempo di prendere il bocconcino dalla tasca, perché il click ha già fissato il momento giusto.

Gli svantaggi sono:

Nonostante questi piccoli contro, che sono più che altro legati alla nostra gestione dello strumento, i vantaggi in termini di chiarezza comunicativa ed efficacia nell’apprendimento sono davvero notevoli.

Ma in quali ambiti si usa concretamente il clicker? Le applicazioni sono tantissime. È molto usato in discipline come l’obedience, a volte in agility, rally obedience e soprattutto in dog dance, dove cane e conduttore eseguono coreografie a tempo di musica. In tutti questi sport la precisione dei movimenti è fondamentale e il clicker aiuta a scolpire i comportamenti desiderati con grande finezza.

Anche nell’addestramento di cani con compiti importantissimi, come i cani guida per persone non vedenti o i cani da assistenza per persone con disabilità motorie, il clicker è uno strumento prezioso, soprattutto nella fase iniziale. Aiuta infatti ad insegnare rapidamente comportamenti complessi, come aprire e chiudere un cassetto, raccogliere oggetti da terra, accendere o spegnere un interruttore. Fornisce inoltre un feedback immediato e inequivocabile.

Al di là dell’insegnamento di comandi specifici, come il “seduto”, il “terra”, il “resta”, il clicker training stimola tantissimo il cane a pensare, a ragionare e a proporre comportamenti. Diventa più attivo mentalmente, più curioso, più bravo a risolvere piccoli problemi per capire cosa deve fare per far scattare il click. È un ottimo esercizio di attivazione mentale.

Inoltre, il clicker si integra perfettamente con altre tecniche di addestramento. Si può infatti usare insieme al luring, al capturing, ma anche con tecniche più avanzate, come lo shaping o il “do as I do”. Di queste ultime due tecniche ne parleremo più approfonditamente in futuro.

Possiamo quindi dire che il clicker è molto più di un semplice pezzo di plastica che fa rumore. È un vero e proprio ponte comunicativo tra noi e il nostro cane, un traduttore istantaneo che trasforma l’informazione in un segnale chiaro e comprensibile.

Ma se non ho il clicker con me? O se il mio cane proprio non ne vuole sapere di quel suono? O se semplicemente preferisco usare la mia voce, esiste un’alternativa? Assolutamente sì! Si chiama marker word, ovvero una parola marcatore. In pratica si sceglie una parola breve, secca, magari un po’ insolita, da usare esattamente come useremmo il clicker.

La parola deve avere le stesse caratteristiche del click: breve, precisa, pronunciata sempre allo stesso modo.

Vi racconto un’altra mia esperienza personale, legata proprio alla marker word. Durante uno dei corsi per educatori che ho frequentato, l’istruttore ci chiese per un certo periodo di mettere via il clicker e di usare esclusivamente una marker word.

Il motivo? Come dicevamo, il clicker non ce l’hai sempre in tasca, la voce invece sì. Lo scopo era di usare la voce per trasmettere anche delle emozioni che il cane percepisce e che possono rafforzare ulteriormente la comunicazione e il legame. Ci diedero una regola precisa: vietato usare parole comuni come “bravo”, “bene”, “sì”.

Perché sono parole che usiamo continuamente nel linguaggio quotidiano, anche parlando al cane, ma non necessariamente come marcatore. Il cane quindi potrebbe confondersi. “Bravo” lo diciamo magari anche solo perché è stato buono in casa, non per marcare un esercizio specifico. Quindi dovevamo scegliere un suono o una parola distintiva che fosse usata solo come marcatore.

Tra i miei compagni di corso, le scelte più gettonate furono “YES” oppure “OK”. Io, che sono sempre un po’ controcorrente e mi piace sperimentare, scelsi “Oui”, il sì francese, ma non pronunciato normalmente. Lo pronunciavo in modo un po’ acuto e leggermente prolungato, tipo… Lo so, sembra buffo. E infatti all’inizio tutti ridevano.

Anche perché in quel periodo c’erano dei video virali sul web con un suono simile. Ma sapete una cosa? Ha funzionato alla grande. Lily ha capito subito il significato di quel suono strano. Ancora oggi uso il mio “WIII” come marcatore, alternandolo al clicker, e lei risponde perfettamente.

Quindi, se il clicker non fa per voi o per il vostro cane, la marker word è un’alternativa validissima. L’importante è sceglierne una, essere coerenti nell’usarla (quindi solo per marcare il comportamento giusto, sempre con lo stesso tono e immediatezza) e associarla a un significato positivo, esattamente come si fa con il clicker.

In conclusione, che sia il clicker con il suo suono preciso o una marker word scelta da voi, l’importante è avere uno strumento che ci permetta di comunicare con chiarezza e tempestività al nostro cane quando fa esattamente quello che gli stiamo chiedendo. Questo rende l’apprendimento più veloce, più efficace e soprattutto più divertente per entrambi.

Non abbiate paura di sperimentare, di allenarvi e di trasformare ogni piccola sessione di training in un momento di gioco, di collaborazione e crescita del vostro rapporto. Perché alla fine, al di là delle tecniche e degli strumenti, è proprio questo il cuore di tutto: costruire un legame forte e basato sulla comprensione reciproca con il nostro meraviglioso cane.

E anche per oggi siamo arrivati alla fine di questo episodio di Abilmente Vivere con il Cane. Spero che i consigli di oggi ti abbiano ispirato a rafforzare il legame con il tuo fedele compagno, perché ogni passo insieme è un passo verso una connessione ancora più profonda.

Grazie per averci ascoltato e, se vuoi continuare a scoprire nuove strategie e curiosità, non dimenticare di seguirci. Alla prossima e ricorda: il legame che costruisci con il tuo cane è il regalo più bello che puoi fargli.

Ciao!

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