Episodio 12: Do as I do: Quando il cane impara guardandoti! Parte 2

Ascoltalo su Apple Podcasts

Ascoltalo su YouTube

Ascoltalo su SubStack

Ascoltalo su Spotify

Trascrizione

Benvenuti a “Abilmente Vivere con il Cane”, il podcast per costruire un legame speciale con il tuo amico a quattro zampe. Io sono Elisa, educatrice cinofila, e ti guiderò tra consigli e curiosità per vivere al meglio con il tuo cane. Certo, Lily, andiamo! E tu, vieni con noi? Allora, allaccia il guinzaglio, si parte!

Nella prima parte dedicata al “Do as I do” abbiamo scoperto che cos’è questo metodo, la sua storia, e come utilizzarlo in autonomia. In questa seconda parte esploreremo insieme il metodo con l’aiutante, le accortezze, i pro e i contro del “Do as I do”. Abbiamo visto come funziona l’apprendimento del “Do as I do” se lo si fa in autonomia, senza aiuto.

Ora andiamo a vedere anche l’alternativa: l’apprendimento con l’aiuto di un’altra persona. Questo approccio può essere molto utile, specialmente all’inizio, e spesso si usa il clicker per marcare il momento esatto del comportamento corretto. L’idea di base è far vedere al cane che un altro individuo esegue un’azione e viene premiato per questo.

Il cane osserva questa interazione e capisce che può ottenere lo stesso premio facendo la stessa cosa. Facciamo un esempio pratico: insegnare al cane a premere un grosso pulsante colorato, tipo quelli dei giochi a quiz. La prima fase è quella di dimostrazione con l’aiutante.

Voi siete con il vostro cane e il clicker pronto. L’aiutante è vicino a voi e preme il pulsante. Nell’esatto istante in cui lo preme, voi fate click con il clicker e date un bocconcino all’aiutante. Sì, avete capito bene: premiate l’umano. Non fatelo mangiare il boccone, però, glielo date solamente in mano. Ripetete questa scena più volte.

Il cane è lì, osserva, inizia a pensare e a ragionare su cosa sta succedendo e perché l’aiutante viene premiato. La seconda fase consiste nell’interazione spontanea del cane. Ad un certo punto, spinto dalla curiosità e dalla voglia di ricevere quel premio, il cane probabilmente inizierà a interagire spontaneamente con il pulsante.

Magari lo annusa, lo tocca con il naso, lo sfiora con la zampa. Appena il cane fa qualsiasi interazione con il pulsante, anche minima, clic, e l’aiutante dà un premio al cane. La terza fase è quella di imitazione del comportamento. Gradualmente si andrà a premiare solamente il momento in cui il cane toccherà il pulsante con la zampa.

In questo modo il cane capirà che non basta interagire a caso, ma deve proprio premere quel pulsante con la zampa, esattamente come faceva l’aiutante. La quarta fase consiste nell’inserimento del comando vocale. Una volta che il cane ha capito come ricevere il premio, premendo il pulsante come faceva l’aiutante, inizieremo ad aggiungere il comando vocale.

Prima che l’aiutante dimostri l’azione, bisognerà pronunciare il comando, per esempio: “Premi”. Si ripete quindi il processo: comando vocale, azione dell’aiutante, clic e premio. Piano piano il vostro cane inizierà a recepire quel comando vocale come comando per eseguire l’azione. Questo ragionamento permetterà al vostro cane di capire di premere il pulsante solo dopo aver sentito il comando vocale.

Questo metodo con l’aiutante può essere utile perché sfrutta la naturale tendenza del cane a osservare le interazioni sociali e i loro risultati. Qualunque metodo scegliate, ci sono alcune accortezze fondamentali per avere successo con il “Do as I do” e per non far impazzire né voi né il vostro cane. Vediamole insieme.

Fare attenzione ai segnali involontari. Quando dimostrate l’azione, state super attenti a non fare piccoli movimenti anticipatori, tipo chinarvi leggermente prima di dire “Do it”, o emettere suoni, tipo leccarvi le labbra, che il cane potrebbe erroneamente interpretare come parte dell’azione da imitare. Dovete essere il più puliti e neutri possibile nella vostra dimostrazione.

Variate i comandi. Soprattutto se lavorate in autonomia con le tre azioni iniziali, non ripetete lo stesso comando più di due volte di fila. Alternateli. Questo aiuta il vostro cane a sviluppare flessibilità mentale e a capire che “Do It” si applica a diverse azioni, non solo all’ultima che ha fatto. Lo aiuta quindi a generalizzare.

Mantenete il contatto visivo. Guardate il vostro cane, cercate il suo sguardo. Questo mantiene alta la sua attenzione su di voi e vi permette di cogliere i suoi segnali: è concentrato? È confuso? È stanco? Frustrato? Capire il suo stato d’animo è importantissimo.

Chiudete sempre in positivo. Le sessioni di “Do as I do” possono essere mentalmente faticose per il cane, assicuratevi quindi di finire sempre con un successo, anche piccolo, e tante feste. L’ultima impressione deve essere positiva, così il cane associerà l’attività a qualcosa di bello e gratificante e sarà sempre più motivato la volta successiva.

Date tempo al cane per ragionare. Questa è forse la cosa più importante: non abbiate fretta. Il bello del “Do as I do” è che stimola il cane a pensare, a elaborare. Lasciategli i suoi tempi. Se lo vedete lì che pensa, non interrompetelo, non mettetegli pressione. Lasciate che sviluppi autonomamente le sue strategie: è lì che avviene la magia dell’apprendimento.

Abbiamo visto cos’è, come funziona, come insegnarlo, ma quali sono i veri vantaggi, i pro di questo metodo? Perché dovremmo imbarcarci in questa avventura? Beh, i benefici sono tanti e vanno oltre il semplice insegnare un nuovo comportamento.

Sviluppa la flessibilità mentale. Come abbiamo detto, costringe il cane a ragionare, a osservare, tradurre e generalizzare. È una vera e propria palestra per la sua mente.

Migliora la comunicazione e la comprensione reciproca. Imparare a usare il “Do as I do” richiede a noi di essere più consapevoli del nostro corpo e al cane di prestare più attenzione a noi. Questo non può che migliorare la nostra intesa.

Rafforza il legame. Lavorare insieme su qualcosa di così sfidante e intellettualmente stimolante crea una connessione profonda. È un’attività basata sulla fiducia e sulla collaborazione.

È bellissimo vedere il cane che ti guarda concentrato, cercando di capirti. È un momento di relazione pura. Permette al cane di imparare anche da altri. Se usate il metodo con l’aiutante, il cane impara che può apprendere osservando anche altre persone, non solo voi. Va oltre il cibo. Certo, usiamo i premi, ma il motore principale qui non è solo la pappa, è l’apprendimento sociale, la voglia di capire, di collaborare, di fare qualcosa insieme a noi. Sfrutta il rinforzo sociale, il nostro bravo, la nostra approvazione, l’interazione stessa, che per molti cani è uno stimolo motivazionale potentissimo, a volte anche più del cibo. Si eleva quindi l’addestramento a un livello più relazionale. Sembra tutto perfetto, vero? Beh, come in tutte le cose belle, c’è anche qualche contro, o meglio, qualche sfida da considerare. Richiede, idealmente, esperienza pregressa. Come dicevamo, è un metodo avanzato. Un cane completamente a digiuno di addestramento o magari un cucciolo molto giovane potrebbe trovarlo eccessivamente stressante o frustrante. È meglio arrivarci quando il cane ha già imparato ad imparare e a gestire un po’ di frustrazione. Necessita di comunicazione precisa. Ogni vostra piccola incoerenza, ogni segnale involontario, ogni imprecisione nella sequenza può confondere il cane e mandare all’aria la sessione. Il cane potrebbe imparare la cosa sbagliata o semplicemente non capire cosa volete da lui. Bisogna quindi essere molto chiari e costanti. Richiede consapevolezza corporea del proprietario. Collegato al punto precedente, siamo noi umani che dobbiamo imparare a controllarci. Dobbiamo essere consapevoli del nostro linguaggio del corpo, dei segnali che mandiamo. Non è così scontato. Dobbiamo quindi concentrarci un po’ anche su noi stessi. Quindi, tirando le somme, il Do as I Do è un metodo di apprendimento davvero affascinante, ricco di benefici, che può portare la relazione con il nostro cane a un livello superiore. Stimola le sue capacità cognitive in un modo unico e ci permette di comunicare con lui su un piano diverso, più profondo. Certo, non è una passeggiata, richiede attenzione, precisione, pazienza… e una buona dose di consapevolezza da parte nostra. Ma se applicato correttamente, con rispetto dei tempi e delle capacità del nostro cane, può essere un’esperienza incredibilmente gratificante per entrambi. Offre un’opportunità unica di sviluppare l’intelligenza del cane, le sue competenze e soprattutto di sentirsi ancora più connesso e compreso dal suo umano preferito. Che aspettate? Provate ad usarlo anche voi. E anche per oggi siamo arrivati alla fine di questo episodio di Abilmente Vivere con il Cane. Spero che i consigli di oggi ti abbiano ispirato a rafforzare il legame con il tuo fedele compagno, perché ogni passo insieme è un passo verso una connessione ancora più profonda. Grazie per averci ascoltato e se vuoi continuare a scoprire nuove strategie e curiosità non dimenticare di seguirci. Alla prossima e ricorda, il legame che costruisci con il tuo cane è il regalo più bello che puoi fargli. Ciao!

Contattaci

Telefono: +39 351 367 6675 (Disponibile anche su WhatsApp)

Oppure inviaci un messaggio

Per ricevere consigli, idee, spunti pratici e rimanere aggiornato sui prossimi eventi iscriviti alla newsletter!
Ascolta il podcast AbilMente - Vivere con il cane (su Apple Podcast, Spotify o Substack)

📅
Prenota